Vantaggi e rischi dei nuovi dispositivi medici di realtà virtuale e aumentata secondo la FDA

La Food and Drug Administration ha recentemente condotto un’indagine approfondita sui dispositivi medici di realtà aumentata e realtà virtuale (AR/VR), device che, nel breve lasso di tempo in cui sono stati utilizzati, hanno già contribuito a imprimere un cambio epocale all’assistenza sanitaria.

 

L’elenco stilato dalla FDA – che non ha pretese di esaustività – prende in esame 39 dispositivi medici tecnologici già in uso in un’ampia gamma di aree terapeutiche che spazia dall’ortopedia all’oftalmologia, dalla radiologia alla neurologia fino alle terapie cardiovascolari.

 

Tra gli esempi di applicazioni di realtà aumentata possiamo citare un sistema AR che sovrappone immagini mediche sui pazienti durante l’operazione per guidare passo per passo il chirurgo, mentre tra i VR sono ormai di uso comune un sistema utilizzato per trattare il disturbo da stress post-traumatico nei veterani dell’esercito oltre a una terapia riabilitativa che simula situazioni di vita reale, al fine di migliorare le funzioni fisiche dei pazienti che hanno subito una disabilità fisica a seguito di ictus.

 

Il documento redatto dall’agenzia federale, dopo aver fornito una definizione precisa di AR e VR, approfondisce l’impatto della tecnologia sui dispositivi medici evidenziando le grandi potenzialità insite nello “spostamento” dell’assistenza, dagli ospedali o ambulatori, alle case dei pazienti o in altri contesti non clinici: secondo la FDA, una maggiore domiciliarizzazione delle cure consentirebbe ai pazienti, in particolare a quelli fragili, anziani e disabili, o socio-economicamente svantaggiati, di accedere con maggiore facilità ai servizi sanitari necessari in particolari situazioni in cui l’accesso in prima persona alle cure risulterebbe complicato per motivi organizzativi, logistici, economici o di altra natura, rendendo conseguentemente più facile e più probabile per i pazienti portare a compimento i cicli di trattamento e monitoraggio, che per i motivi più svariati attualmente hanno un tasso di abbandono molto alto.

 

La FDA sottolinea inoltre le enormi potenzialità dell’utilizzo delle tecnologie AR/VR in diverse aree, tra cui spiccano la diagnostica, i trattamenti pediatrici, la gestione del dolore e la salute mentale: i nuovi dispositivi tecnologici di realtà virtuale e aumentata potrebbero offrire una serie di benefici -dalla minore invasività dei trattamenti alla diagnosi accelerata fino alla mitigazione dell’ansia preoperatoria, per citarne solo alcuni- a tutti i pazienti affetti da particolare patologia o a sottogruppi di individui con esigenze specifiche.

 

La realtà aumentata e la realtà virtuale hanno, in nuce, il potenziale per trasformare l’assistenza sanitaria, offrendo nuovi tipi di trattamenti e diagnostica e cambiando al contempo le modalità e persino il luogo in cui l’assistenza è fornita. Alla base della loro portata rivoluzionaria c’è la capacità di fornire contenuti, sia standard che innovativi, in modi altamente coinvolgenti e realistici, da remoto e adattati a una varietà di contesti clinici. Medici, pazienti e operatori sanitari possono avvalersi di AR/VR sia nella preparazione che nell’esecuzione di determinati trattamenti o procedure.

 

Le aziende che si adopereranno per offrire questi servizi ai pazienti dovranno però prestare attenzione ai potenziali rischi connessi alle specifiche tecnologie AR/VR: da quelli relativi alla privacy e alla sicurezza informatica, alla cybersickness o agli effetti di un uso prolungato dei dispositivi, quali affaticamento della testa e del collo.


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