Telemedicina: dal modello francese al caso Portula, tutte le nuove opportunità per le farmacie
Lo scorso maggio sono state Pubblicate nella Gazzetta ufficiale le linee guida organizzative contenenti il “Modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare”. Tale documento, parte integrante degli interventi previsti nel PNRR, è comprensivo di indicazioni e procedure relative ai diversi servizi di telemedicina nel setting domiciliare (televisita, teleassistenza, teleconsulenza, telecontrollo, ecc.), oltre ai processi di presa in carico del paziente a domicilio e alla valorizzazione della collaborazione multiprofessionale e multidisciplinare tra i diversi professionisti.
Il testo non cita espressamente le farmacie, ma un loro prossimo coinvolgimento è verosimile.
Oltralpe, nella vicina Francia, dove l’assetto dell’assistenza sanitaria e del servizio farmaceutico non sono molto dissimili dal nostro e dal 2018 la “teleconsultation”, equiparata alla visita in presenza, è soggetta a rimborso della mutua, le farmacie hanno la possibilità di mettere a disposizione dei pazienti un “corner” attrezzato per i consulti medici. Dopo un timido inizio, il servizio è decollato grazie alle restrizioni da COVID-19, registrando la cifra record di 6,5 milioni di consulti a distanza nella prima metà del 2020.
Oggi, il 22% dei francesi è un utente abituale e soddisfatto della “teleconsultation” (televisita),sia perché la pandemia ha accelerato la digitalizzazione sia a causa della desertificazione medicale: l’11% della popolazione francese risiede in aree prive di medici di medicina generale e la percentuale è destinata ad aumentare a causa del pensionamento dei generalisti e dell’assenza di un ricambio generazionale, dal momento che i giovani medici non sono interessati all’esercizio professionale in zone rurali o isolate.
Nel corso del 2022 in Francia si è assistito a una proliferazione delle “télécabine”, le cabine per la televisita provviste di monitor e strumenti per l’autoanalisi a distanza (termometro, sfigmomanometro, stetoscopio, otoscopio, dermatoscopio, pulsossimetro). L’iniziativa non è stata centralizzata: in alcuni casi i promotori sono stati le autorità locali, in altri le catene di farmacie o le RSA per i loro ospiti, o ancora i centri sociali o una catena di supermercati (Monoprix). E per quanto concerne le attività di gestione (manutenzione, pulizia dopo ogni accesso e assistenza al paziente), esse sono interamente a carico delle strutture che le hanno installate.
Quanto al contesto italiano, le Linee guida del Ministero della Salute sono molto chiare: i teleservizi a domicilio costituiscono lo strumento con cui «ridurre gli accessi al pronto soccorso e l’ospedalizzazione, permettere una dimissione protetta dalle strutture di ricovero, assicurare a domicilio la continuità di assistenza e cure di pari efficacia, ridurre gli accessi in day hospital sviluppando risposte alternative a domicilio».
Il piano del PNRR apre alla potenziale partecipazione di altri attori, quali per esempio le farmacie, nell’erogazione di un ventaglio variegato di teleprestazioni ancora non contemplate. I farmacisti potrebbero facilmente dotarsi di “telecabine” per la televisita, «atto sanitario in cui il medico interagisce a distanza con il paziente e può dar luogo alla prescrizione di farmaci o di ulteriori approfondimenti clinici», oppure offrire supporto digitale per la teleconsulenza medico-sanitaria, una «consultazione tra professionisti mirata a rispondere a una richiesta di supporto durante un percorso di cura e assistenza», ed espletata attraverso «una videochiamata in cui il professionista sanitario interpellato fornisce all’altro, o agli altri, indicazioni per una decisione clinica e/o per la corretta esecuzione di azioni assistenziali rivolte all’assistito».
Oltre al telemonitoraggio e al telecontrollo, anche la teleassistenza, richiesta da infermieri, fisioterapisti, logopedisti e altri operatori «per agevolare il corretto svolgimento di attività assistenziali, eseguibili prevalentemente a domicilio», offre inedite opportunità, soprattutto per quelle farmacie che già forniscono servizi di tipo infermieristico o riabilitativo. In merito alla dotazione tecnica richiesta, le Linee guida prevedono una strumentazione base che comprende «dispositivi per la registrazione, archiviazioni dei dati e delle immagini, supporti per lo scambio dei dati e delle immagini, video e parametri vitali, dispositivi fissi e/o mobili che prevedano un facile utilizzo, dispositivi medici e sensori di rilevamento, app, video e materiali informativi/formativi accessibili all’assistito e/o al caregiver».
Nel nostro paese, pioniera nella prestazione delle televisite è la farmacia rurale sussidiata di Portula, un piccolo comune delle Alpi biellesi di circa mille anime. Gli abitanti del piccolo centro da un giorno con l’altro, a causa del pensionamento del medico di medicina generale e della chiusura dell’ambulatorio, per essere visitati devono recarsi nella locale farmacia, collegata a distanza con i medici della casa della salute di Coggiola, a una manciata di chilometri di distanza. A breve i pazienti – assistiti da un’infermiera di famiglia messa a disposizione dall’Asl, con una formazione specifica per la telemedicina – potranno connettersi anche con i medici di base degli ospedali di Borgosesia e Vercelli, da cui potranno anche ricevere referti e analisi.
L’Asl Vercelli è la prima in Piemonte a erogare questo tipo di prestazioni, in fase di attivazione anche in Val Semenza e Val Mastallone, luoghi decentrati in cui la telemedicina può fare la differenza nella gestione delle fragilità così come delle emergenze. Quello di Portula è uno dei primi casi italiani di televisita “convenzionata” in farmacia, per di più in un contesto rurale, il che lo rende un case study di grande interesse.
Oltre agli indubbi vantaggi e benefici della telemedicina per la salute dei cittadini, non sono trascurabili le opportunità per diversi attori: il più veloce potrà accaparrarsi un’interessante fetta di mercato. Se non saranno le farmacie lo saranno sicuramente altri, magari proprio la Grande Distribuzione Organizzata, come avvenuto nella vicina Francia.
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