“Supporting pharma innovation in Europe”: istituzioni e aziende alla ricerca di soluzioni

Nel corso del webinar “Supporting pharma innovation in Europe”, organizzato dal Financial Times lo scorso 24 gennaio 2022, è stato affrontato uno dei temi più scottanti del settore farmaceutico, ovvero la difficoltà di trovare un equo riconoscimento del potenziale innovativo dei propri prodotti nel contesto europeo, a fronte di un’accoglienza radicalmente opposta oltre oceano. Su questo tema si sono confrontati esperti di primissimo livello quali Sandra Gallina, Director General for Health and Food Safety della Commissione Europea, Bill Anderson, Ceo di Roche e Stefan Oelrich, Ceo di Bayer.

La tavola rotonda ha analizzato i reali ostacoli all’innovazione farmaceutica in Europa, facendo emergere come moltissime aziende si affidino ancora agli input generati dai centri di ricerca in Europa, che raggiungono picchi altissimi, per poi però indirizzare i frutti di questa ricerca verso quelle aree- principalmente gli USA, incalzati dalla Cina in irrefrenabile crescita- dove questo valore viene riconosciuto.

Anderson esorta l’Europa a rimboccarsi le maniche e a non temporeggiare, per ritrovare una leadership in tempi brevi mentre Oelrich sottolinea come il Regno Unito si sia già mosso, posizionandosi strategicamente in modo simile agli USA, per attirare investimenti.

Secondo entrambi i CEO, il settore farma si dirige dove l’innovazione è riconosciuta e valorizzata e, nel caso di aziende innovative di piccole dimensioni, dove si trova più facilmente il capitale per gli investimenti. Secondo Oelrich «non ci sono alternative europee al Nasdaq», citando BioNTech, azienda di biotecnologia e biofarmaceutica attiva nell’ambito della ricerca, sviluppo e commercializzazione di farmaci, con sede in Germania, e dal 2019 quotata in borsa, al Nasdaq.

Dopo aver constatato che c’è ancora molto da fare in Europa, Sandra Gallina precisa che il cambiamento è comunque in atto. La pandemia ha reso ancora più evidente la necessità di considerare l’industria farma- che per l’intera economia europea genera quasi 25 miliardi di euro- come partner: «Siamo consapevoli di dover collaborare di più, per ottenere una situazione win win».

E i due CEO, pur vedendo già nella sola presenza di Sandra Galina nel panel un chiaro segno di un cambio di atteggiamento nei loro confronti, hanno espresso un cauto ottimismo. Se Oelrich si dichiara consapevole delle complessità nell’implementazione di pratiche innovative oltre che di “access to all” da parte della commissione europea, Anderson afferma: «l’Europa ha mostrato di sapersi muovere in modo rapido ed efficace durante la pandemia in un crisis management mode. Ci dovrebbe essere lo stesso senso di urgenza anche nei riguardi delle altre patologie, che dovrebbero essere trattate con la stessa attenzione».

Velocizzare i clinical trials potrebbe essere un punto di partenza, considerando che il tempo di valutazione media dei nuovi farmaci attualmente è di circa 400 giorni in Europa (contro i 250 giorni negli USA), a cui si somma l’ulteriore ritardo nella valutazione delle singole nazioni.

Secondo entrambi i CEO, uno svecchiamento e uno sfoltimento delle procedure degli enti regolatori darebbe un grande impulso a una ricerca clinica più dinamica, con una riduzione dei costi che si rifletterebbero sul prezzo dei farmaci all’utente finale. La Food and Drug Administration negli USA così come l’ente regolatorio UK post BRexit, stanno andando in questa direzione.

Entrambi i CEO ritengono che le aziende farma, la cui missione è quella di migliorare la vita delle persone, stiano facendo moltissimo in campo ESG (Environmental, Social and Governance).

Oelrich ha portato ad esempio le politiche di prezzo specifiche di Bayer per paesi a basso PIL, dal trattamento delle malattie Cardiovascolari in Gambia all’introduzione di farmaci per la contraccezione in nazioni in cui non era consuetudine, i cui effetti positivi non sono solo clinici ma anche sociali ed economici.

Tornando all’Europa, la possibilità di portare il progresso tecnologico nell’ambito dell’assistenza sanitaria e di far giungere l’innovazione fino ai pazienti è appannaggio sia dell’industria farmaceutica che dei responsabili politici: ciascuno dei players ha delle responsabilità e un ruolo importante nella creazione di un contesto che supporti le scoperte mediche.

Anche Sandra Gallina, alla conclusione del webinar ha ribadito l’importanza della Sanità digitale per il futuro della sanità in Europa: «Digitale, digitale, digitale, non solo per abbattere i costi ma anche per fornire cure migliori».


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