Stati Uniti: con la fine dell’emergenza sanitaria a rischio i servizi di salute digitale online

Le innovazioni della telemedicina, accelerate dalla Pandemia da Covid-19, stanno mutando profondamente l’intero panorama dell’assistenza sanitaria, da un lato migliorando l’esperienza dei pazienti e dall’altro mettendo a punto inediti modelli assistenziali, caratterizzati da maggiore flessibilità e finalizzati a un’estensione efficiente ed efficace dei servizi alla popolazione.

 

L’assistenza domiciliare a distanza tramite telemonitoraggio o teleconsulto sarà sicuramente uno dei pilastri delle cure mediche del prossimo futuro, consentendo la gestione remota – con tempi più stretti- delle malattie croniche così come l’assistenza post-ospedaliera ma anche servizi di salute mentale, particolarmente efficaci nel contrasto di disturbi invalidanti quali la depressione o disturbi da stress post-traumatico.

 

Tra i vari benefici oggettivi apportati dalla telemedicina vanno citati l’aumento di consapevolezza e una conseguente partecipazione attiva dei pazienti nella prevenzione, un incremento nella protezione della privacy e riservatezza dei dati del paziente, insieme a una maggiore tutela della sicurezza del personale medico e dei pazienti.

 

Negli Stati Uniti, i traguardi raggiunti dalla telemedicina sono però a rischio.

 

Da un lato la consistente crescita della telemedicina negli ultimi due anni ha condotto a un aumento delle frodi: il DOJ (Department of Justice) si è imbattuto in numerosi casi di aziende fittizie che facevano produrre ai medici prescrizioni non necessarie poi fatturate a Medicare (si parla di oltre 143 milioni di dollari in fatture false). Le pratiche fraudolente, vere e proprie violazioni dello Statuto anti-tangenti, agevolate dalla mancanza dell’obbligo di una visita, spaziavano dalle prescrizioni fittizie ai finti consulti fino ad arrivare alla frode di fatturazione. Il Dipartimento di Giustizia è attualmente impegnato in investigazioni sistematiche, al fine di scoprire e disincentivare questo tipo di pratiche dolose.

 

Dall’altro lato, a causa di preesistenti leggi restrittive, le società di telemedicina che durante la pandemia hanno avuto la possibilità di prescrivere sostanze controllate online -dalla ADHD medication (attention deficit and hyperactivity disorder) a sostanze per il trattamento della depressione– senza prima visitare il paziente, alla fine dell’emergenza, a meno di un intervento del congresso, potrebbero trovarsi impossibilitate a continuare a farlo. Molte giovani aziende sanitarie si sono dunque ritrovate a dover cercare nuove fonti di reddito, stringendo nuove alleanze con fornitori tradizionali e contemplando addirittura la possibilità di aprire cliniche per avere una presenza fisica sul territorio.

 

I servizi di salute mentale online, in rapida crescita già prima della pandemia di COVID-19, hanno subito un’impennata a causa dello stress e dell’ansia causati dalla crisi sanitaria globale, e dal conseguente aumento della domanda di servizi digitali di Mental Health .Tra questi si possono annoverare app dirette al consumatore (Talkspace e Calm), app progettate per essere prescritte da un medico (ad es. reSET, che viene utilizzata per trattare i disturbi da uso di sostanze) o piattaforme di salute mentale che funzionano con i piani sanitari (Ginger, Lyra Health e Modern Health).

 

Con il mercato in rapida crescita, alcuni esperti di salute mentale si interrogano sull’effettiva affidabilità degli strumenti digitali e sull’opportunità di commercializzare farmaci -che potenzialmente creano dipendenza- su piattaforme online, senza controlli specifici.

 

Recentemente hanno destato scandalo i casi di Cerebral e Peak, società di telemedicina recentemente messe all’indice per le prescrizioni fin troppo liberali di farmaci per l’ADHD.

 

Su Peak in particolare si offrono convenienti piani di abbonamento trimestrali, anziché mensili, in cui i pazienti pagano in anticipo, addirittura prima di incontrare un medico che prepari loro le prescrizioni, modalità che di fatto incentiva il consumo di sostanze psicoattive.

 

Il campo della salute mentale è sicuramente delicato e ancora non opportunamente presidiato. Appare con evidenza la necessità di limitare il campo d’azione e mettere paletti alle aziende che hanno trovato inedite opportunità di business, soprattutto per non vanificare i progressi compiuti dalla telemedicina nell’ambito della Mental Health: il costante monitoraggio (e automonitoraggio) delle condizioni del paziente, le tempistiche di reazione più immediate da parte dello specialista e i processi più snelli, racchiudono un potenziale che non deve andare sprecato.


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