Logistica Distributiva Healthcare: una centralità riscoperta

La consapevolezza di trovarsi in una fase di transizione, di cambiamento, da modelli sostanzialmente consolidati a strutturazioni tutte da scoprire ci aveva portati – ben prima dello scoppio della pandemia – a ritenere essenziale per la filiera healthcare poter disporre di una fotografia accurata e affidabile dei flussi distributivi: solo a partire da dati oggettivi – ne siamo convinti – è infatti possibile sviluppare riflessioni e confronti che abbiano l’ambizione di tradursi in piani d’azione concreti.

Questo l’innesco del confronto tra il Consorzio DAFNE e l’Osservatorio Contract Logistics «Gino Marchet» che ha portato alla progettazione di una metodologia che consentisse di realizzare l’analisi ma, soprattutto, gettasse le basi per poterne sostenere un’iterazione continuativa su cui eventualmente costruire potenziali ulteriori sviluppi. Il comparto Healthcare, infatti, presenta peculiarità – sia oggettive e strutturali sia derivanti da prassi e consuetudini stratificatesi negli anni – che in potenza preludono a opportunità di miglioramento anche maggiori rispetto ad altri ambiti. E quello che probabilmente sarà il lascito maggiore una volta usciti dalla pandemia riguarda proprio la nuova consapevolezza della centralità in ambito healthcare della logistica (sia distributiva sia di magazzino) in termini di impatto sul livello di servizio, nonché sulla garanzia di continuità dello stesso. Una riscoperta che si traduce nell’opportunità di darne nuova evidenza anche agli occhi più distratti e più avvezzi, forse anche culturalmente, a focalizzare attenzione e priorità d’investimento altrove.

L’analisi – i cui risultati sono sintetizzati in un Whitepaper scaricabile liberamente dal sito del Consorzio – focalizza l’attenzione, in questa prima edizione, sui flussi della distribuzione primaria in un arco di 27 mesi che arriva a coprire il primo trimestre 2020 proprio per intercettare il primo impatto della pandemia. Lo studio si basa sulla preziosa collaborazione assicurata dai quattro principali operatori specializzati nel trasporto healthcare su scala nazionale – Bomi, Eurodifarm, PHSE e UPS – che hanno consentito di raggiungere una copertura superiore al 90% dei flussi d’interesse.

La distribuzione healthcare ha retto l’urto piuttosto bene, la regolarità delle consegne presso ospedali e farmacie – presidi sanitari di ultima istanza – non è mai venuta meno, nemmeno nelle zone più colpite dal contagio. La presenza diffusa di depositi dislocati sul territorio nazionale nella Distribuzione Primaria, così come la molteplicità di magazzini capillarmente diffusi lungo la penisola nella Distribuzione Intermedia, hanno prodotto una resilienza della rete distributiva davvero importante. A questa rete di “nodi” si affianca poi la presenza di operatori altamente specializzati nel trasporto healthcare, dimostratisi sinora in grado di mettere a terra con reattività estrema azioni e interventi per assicurare la continuità del servizio.

La vera sfida da vincere, in questo “nuovo inizio”, è proprio raccogliere la discontinuità epocale che stiamo attraversando come occasione per ripensare a fondo le logiche di business, ridisegnare i processi e introdurre soluzioni e approcci innovativi in modo strutturale e ragionato. E premere sull’acceleratore del Digitale per dare ulteriore impulso alla gestione integrata e sincronizzata dei processi interaziendali, coinvolgendo tutti i principali partner di filiera: fattore determinante per poter assicurare velocità, flessibilità e – in ultima istanza – affidabilità alla supply chain healthcare nel suo complesso.

 


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