La farmacia dei tamponi continua a crescere

I test rapidi per il Covid-19 vengono ormai effettuati dalle farmacie da più di un anno, ma se durante l’estate il servizio aveva le sembianze di una prestazione urgente ma transitoria, i numeri oggi sembrano indicare l’opposto.

Analizzando i dati della Protezione civile sugli antigenici rapidi eseguiti dalle farmacie, si può osservare un trend in inarrestabile crescita: dai 680mila tamponi della prima settimana di agosto ai due milioni nella settimana immediatamente successiva al 15 ottobre, data dalla quale è scattato l’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro, fino ai 3,5- 3,6 milioni delle festività natalizie, per poi arrivare alla cifra record nella settimana del 17/23 gennaio, in cui sono stati registrati 5,7 milioni di antigenici. La nuova impennata è dovuta alla decisione presa da un numero crescente di Regioni (Emilia Romagna, Liguria, Lombardia e Toscana, tra le prime), di cedere alle farmacie i tamponi per il fine malattia e il fine isolamento, a seguito di contatto diretto in ambito familiare o scolastico, allo scopo di alleggerire il carico di lavoro dei laboratori di analisi, andati in tilt durante le festività natalizie.

Per i mesi a venire la curva sembra destinata a crescere ancora, soprattutto a seguito dei recenti provvedimenti adottati dal Governo e dalle Regioni per contenere la più contagiosa variante omicron, provvedimenti che dal primo febbraio impongono l’antigenico per accedere alla quasi totalità dei servizi e delle attività commerciali.

Molti titolari delle farmacie si stanno già attrezzando per trovare un posto maggiormente stabile per questo servizio, senza cannibalizzare gli altri servizi né il banco e sfruttando l’imprescindibile apporto della tecnologia: Messenger e Whatsapp, app e touch point informativi, Google My Business e agende elettroniche si sono già rivelati strumenti utili per informare, gestire il traffico e le prenotazioni dei tamponi, e ne è ormai consapevole la maggior parte dei titolari delle farmacie. L’accesso ai tamponi su prenotazione, in specifiche fasce orarie, preferito dalla maggior parte delle farmacie rispetto all’accesso libero, contiene i costi, riduce lo stress sia dei clienti che del personale, consente di gestire con maggiore tranquillità le altre attività e infine abitua il paziente a pagare per una prestazione personalizzata offerta dalla Farmacia dei servizi.

Anche la ripartizione degli spazi e la differenziazione del traffico tra tamponi e banco, tramite ad esempio gazebo, locali separati o drive through, soluzioni già ampiamente adottate, andranno ripensate in modo più definitivo e strutturato. Non è da trascurare nemmeno il cambiamento dell’esperienza d’acquisto: se il tempo di permanenza all’interno degli esercizi commerciali è sempre più breve, per la paura dei contagi, mentre il tempo trascorso all’esterno, in coda, si fa più lungo, una riorganizzazione degli spazi interni e del layout della farmacia potrebbe risultare funzionale a un incremento delle vendite. Strategie di marketing più mirate potrebbero raggiungere il consumatore in attesa fuori dalla farmacia, tramite led e schermi installati sulle pareti esterne, in parallelo a beacon e altre soluzioni di marketing di prossimità per chi aspetta il proprio turno all’interno, con l’attenzione fissa sul proprio smartphone.

Nonostante in questa fase gli incassi da antigenici compensino le vendite di altre categorie di farmaci come gli antibiotici, in calo anche quest’anno per la mancata la morbilità di stagione, un servizio tamponi ben organizzato è fondamentale per preservare i clienti e le vendite degli altri comparti della farmacia. I farmacisti titolari ne sono consapevoli, ma in questa riorganizzazione si scontrano sempre più con lo scoglio della carenza di personale, problema non solo italiano: aumenta il numero delle farmacie sul territorio, aumentano i servizi forniti dalle farmacie (vaccini, tamponi, consulenze e analisi di vario tipo) ma il numero dei laureati resta lo stesso.

A fronte delle effettive risorse, le farmacie dovranno fare delle scelte funzionali, declinando i servizi a seconda della propria disponibilità, di spazio o personale: così gli esercizi di media ampiezza potrebbero fornire servizi base, i grandi fornire un ampio ventaglio di proposte, mentre quelli di dimensioni più ridotte si limiterebbero al banco. Questo tipo segmentazione è già stata effettuata da diverse catene di farmacie, all’estero e in particolare negli Stati Uniti, ma il modello potrebbe a breve essere importato anche da noi, rendendo ancora più concreta la Farmacia dei Servizi.


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