Il senso della libera scelta di aderire al Consorzio DAFNE
Gentili Colleghe, Cari Colleghi,
due ulteriori episodi accaduti nel corso dell’estate, anzi del mese di agosto, mi spingono ad intervenire su un argomento “inattuale”. Inattuale perché ormai sappiamo che il MEF & Sogei stanno predisponendo l’obbligo dell’invio elettronico dell’ordine per tutte le amministrazioni pubbliche quindi, l’obbligo di legge che interverrà su questo tema non lascerà più spazio alle libere interpretazioni: obbligherà a ricevere l’ordine elettronico e basta.
Parlo di libere interpretazioni perché anche i recenti episodi accaduti a Verona e a Milano sono il frutto delle libere interpretazioni delle più generali regole definite dal Consorzio Dafne. Il Consorzio Dafne, nel corso degli anni, ha selezionato alcuni sistemi informativi in uso nelle strutture sanitarie pubbliche e con anni di paziente collaborazione ha sviluppato sistemi di interfaccia che funzionano perfettamente.
Naturalmente ogni azienda è libera di applicare le procedure interne che si è data ma, nel momento in cui si entra in una comunità, che ha scopi comuni, le regole cambiano ovvero devono cambiare perché altrimenti cade la comunità di intenti, che guida la nostra azione, e il Consorzio Dafne subisce un danno alla propria credibilità. Certi comportamenti difformi dalle regole comuni provocano danno, in alcuni casi danni irreparabili, come con Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona.
Entriamo nel merito dei problemi.
All’azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona abbiamo lavorato mesi per convincerli ad aderire ai servizi del Consorzio Dafne.
Poi abbiamo discusso mesi con la ditta Engineering sul prezzo, fuori mercato, da pagare per lo sviluppo del programma per l’acquisizione delle bolle elettroniche sul “vecchio” sistema Oliamm; infine abbiamo installato e avviato il sistema di invio elettronico degli ordini pagandone il corrispettivo. Da gennaio ad agosto 2017 abbiamo scambiato oltre 7.000 ordini.
Dopo tutto questo lavoro e questo travaglio (professionale) alcune aziende consorziate hanno richiesto all’amministrazione dell’azienda ospedaliera, interpretando liberamente le regole del Consorzio Dafne, di continuare ad inviare anche il fax adducendo la motivazione che l’ordine elettronico non l’avevano ricevuto e determinando l’uscita dal servizio dell’azienda stessa per gli aggravi di lavoro che comporta il dover operare un doppio ed insensato invio cartaceo ed elettronico dello stesso ordine. Si tratta di una situazione inaccettabile e non più giustificabile perché in antitesi con gli obiettivi di dematerializzazione dei documenti del ciclo dell’ordine promossi dal Consorzio. Ormai, poi, sta per intervenire l’obbligo di gestire ordini soltanto elettronici quindi questi comportamenti non potranno essere più accettati dalle stesse Strutture sanitarie pubbliche. Questa situazione è bene che si sappia e che venga valutata perché altrimenti molti si troveranno impreparati al nuovo tipo di gestione che la legge stabilirà.
Una situazione molto simile si è determinata alla struttura privata Multimedica di Milano. Per fortuna, in questo caso, i chiarimenti che abbiamo fornito, a seguito delle richieste del Gruppo sui presunti malfunzionamenti del sistema Dafne, hanno scongiurato l’uscita dai servizi di Multimedica ma è ovvio che certi comportamenti non sono più tollerabili, non tanto perché lo diciamo noi quanto perché, come per la fattura elettronica un anno e mezzo fa, a breve scadenza ci sarà l’obbligo di gestire soltanto documenti elettronici.
Altri episodi significativi e negativi fanno riferimento a:
- Aziende consorziate che stanno avviando solo in questi giorni il collegamento per gli ordini elettronici con Soresa con un ritardo di 10 anni rispetto alla data di attivazione da parte del Consorzio;
- o altro episodio da scrivere nell’elenco delle cose da non fare assolutamente: c’è un’azienda che, avendo ricevuto un ordine elettronico da Oristano, dopo mesi di lavoro “sul campo” da parte nostra e soprattutto dell’azienda tutor sul progetto Sardegna, ha deciso di restare all’invio cartaceo dell’ordine senza tener conto degli sforzi fatti, dei soldi spesi, ma soprattutto che la nuova ATS, Azienda per la Tutela della Salute in Sardegna, non consente di distinguere tra un presidio del territorio e l’altro in quanto fanno tutti parte della stessa struttura sanitaria.
Mi auguro che questi chiamiamoli “difetti comportamentali” scompaiano rapidamente nell’interesse del Consorzio ed anche delle stesse aziende farmaceutiche che ne fanno parte.
Al Consorzio Dafne si aderisce liberamente e altrettanto liberamente se ne accettano le regole.
Il personale addetto al servizio deve essere opportunamente formato affinché non dica la solita banalità in risposta alla frase: “Ti ho inviato l’ordine” con la risposta “non l’ho ricevuto”. I movimenti sono tutti tracciati e quindi è inutile e dannoso rispondere ad una evidenza informatica con una risposta infondata.
Chi vuole anteporre le proprie regole interne a quelle del Consorzio Dafne, ad esempio: non ho ricevuto l’ordine mandami il fax, senza verificare la propria mailbox, commette un errore grave e gravido di conseguenze negative per l’intera comunità Dafne.
Lavorando e collaborando tutti assieme in modo coeso e condiviso sarà meno difficile raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati e conseguire i benefici attesi.
Cordiali saluti.
Marco Alpini
Coordinamento Progetto Ospedali
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