Il Metaverso e tutte le opportunità da cogliere, anche per il settore healthcare

Quando nel 1992 l’autore di fantascienza statunitense Neal Stephenson nel suo romanzo cyberpunk Snow crash per primo utilizzò il neologismo metavèrso, mai avrebbe pensato che avrebbe riscontrato una risonanza a livello planetario. Il metaverso (da “meta”, all’interno, e “verso”, abbreviazione di universo) è un universo parallelo, uno spazio tridimensionale, un enorme sistema operativo in cui le persone fisiche possono connettersi ad altre, trasformandosi in software (avatar) che interagisce con altro software, fino a condurre un’esistenza virtuale autonoma.

 

Dopo aver effettuato l’accesso a questa realtà virtuale, tramite speciali visori 3d che garantiscono un’esperienza ancora più immersiva, come in un videogioco iperrealistico, gli utenti possono incontrare altri utenti, fare acquisti, assistere a conferenze o concerti, fare viaggi e addirittura laurearsi, come recentemente successo in un ateneo torinese.

 

Il metaverso ha un precedente illustre in Second Life, un MUVE (Multi-User Virtual Environment), simulazione computerizzata di un ambiente in cui più utenti possono interagire tramite i loro avatar. Non si tratta di un gioco, non c’è uno scopo prestabilito, e il contenuto dell’intero mondo virtuale è interamente creato dai proprio residenti. Fondato nel 2003, Second Life ha vissuto i suoi anni d’oro tra il 2006 e il 2007 raggiungendo un picco di popolarità: nessun VIP mancava all’appello sulla piattaforma (gli U2 tennero un concerto virtuale) e anche grandi società e media company vi avevano dei presidi (Enel possedeva un’intera isola). Poi, con l’avvento massiccio dei social media e delle loro modalità di comunicazione più veloci ed estemporanee e complice anche il graduale scemare dell’entusiasmo iniziale, il successo di Second Life si è arrestato.

 

Che cosa dovrebbe rendere ora più attraente il metaverso?

 

Per prima cosa, il contesto storico e sociale è cambiato: la pandemia e i continui lockdown, costringendo in casa milioni di persone per settimane e addirittura mesi, hanno riacceso l’interesse per la realtà virtuale, aumentata o mista.

 

Inoltre non sono da trascurare i massicci investimenti economici sulla R&D del metaverso ad opera dei colossi del mondo informatico, Microsoft e Meta (ex Facebook) in primis, oltre alla crescita esponenziale delle criptovalute, che stanno rapidamente prendendo piede sulla piattaforma. Inoltre, dal momento che gli avatar non si limiteranno ad acquisti esclusivamente virtuali, ma potranno comprare oggetti, servizi e beni concreti, molti sono i marchi (Adidas, Nike, Walmart,ecc.) che stanno già mettendo mano al portafogli per avere una presenza nel metaverso.

 

Secondo il rapporto “Value creation in the metaverse” di McKinsey, il metaverso ha il potenziale di generare fino a 5 trilioni in USD entro il 2030, un valore troppo grande per essere ignorato dalle aziende.

 

La Moda non si è lasciata sfuggire l’opportunità e lo scorso marzo, dopo Milano, Londra, Parigi, New York, ha debuttato la prima Metaverse fashion week, ovvero il primo evento fashion creato ad hoc per la piattaforma virtuale.

 

Nemmeno le catene farmaceutiche si fanno trovare impreparate. La statunitense CVS Pharmacy, la seconda più grande catena in USA per numero di farmacie (con oltre 9.600 negozi) e per assistenza nelle prescrizioni farmaceutiche, nel febbraio 2022 ha presentato domanda presso l’US Patent Trade Office per registrare il proprio logo e aprire un negozio per la vendita di prodotti virtuali (con o senza ricetta medica), con l’intento di ampliare in un prossimo futuro la gamma dell’offerta estendendola anche ai servizi sanitari, di telemedicina, di wellness e nutrition coaching già disponibili nei suoi punti vendita fisici. In un comunicato stampa l’azienda ha reso pubblica la sua posizione, affermando che CVS è una realtà dinamica sempre alla ricerca di nuovi canali per attirare i consumatori, attraverso un approccio “digital first” e “technology forward”.

 

Anche nel vecchio continente il settore farmaceutico ha mostrato interesse per il nuovo mondo virtuale. Kronans Apotek, una delle più grandi catene di farmacie in Svezia (con una quota di mercato di circa il 18%, circa 2.600 dipendenti e oltre 325 farmacie in tutto il paese), in collaborazione con Metabloxz, piattaforma metaverse, ha aperto la sua prima farmacia demo nel Metaverso.

 

Il lancio è avvenuto durante il SIME, il principale evento strategico sulla digitalizzazione del Nord Europa. Linda Wakeham, Head of PR Strategy di Kronans Apotek, ha affermato: “Siamo convinti che la farmacia del futuro debba avere la capacità di fornire il miglior servizio possibile ai propri clienti, su tutti i canali. Se sarà nel metaverso nessuno lo sa, ma per noi è importante essere in prima linea nello sviluppo digitale e aggiornare il nostro modo di soddisfare le esigenze del futuro”.

 

E in Italia? La digitalizzazione delle farmacie è un processo ancora in essere, molti stanno ancora lavorando sulle strategie multicanale, facendo i conti con blocchi normativi di notevole impatto, come quello sulla vendita online di farmaci con ricetta. Nel nostro paese la farmacia dei servizi si sta concretizzando proprio in questi anni, come risposta alle esigenze degli utenti, e al contempo stanno decollando le pagine social e le app per smartphone delle farmacie, forti della spinta propulsiva della digitalizzazione in periodo pandemico.


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