Doctolib fa il suo ingresso in Italia
Doctolib, piattaforma franco/tedesca per il teleconsulto medico con all’attivo 300.000 professionisti della sanità (pediatri, ginecologi, ostetrici, dermatologi, podologi, ecc.) che dialogano con oltre 60 milioni di pazienti, sette giorni su sette, 24 ore su 24, ha fatto il suo ingresso anche nel nostro paese.
L’obiettivo di Doctolib si evince con chiarezza dal comunicato stampa che ne ha annunciato il lancio: «garantire a tutti gli italiani un accesso rapido e facile all’assistenza medica, a partire dalla medicina generale, offrendo un servizio online che consenta ad ogni paziente di prenotare istantaneamente un appuntamento e disporre di tutte le informazioni necessarie prima e dopo la visita. Sarà anche possibile richiedere una prescrizione online al proprio medico di famiglia e condividere i referti in totale sicurezza». A seguito dell’acquisizione del sito Dottori.it, nato nel 2013 e finalizzato alla ricerca di medici specialisti e alla prenotazione online delle visite, Doctolib ha avuto accesso alle agende di oltre 30.000 medici italiani. Un nuovo Tech Center, che sorgerà a Milano, ha inoltre l’obiettivo di offrire i propri servizi a distanza ai pazienti e ai sanitari del nostro paese.
Uno dei servizi nodali offerti dalla piattaforma Doctolib è il teleconsulto, che in Francia ha avuto un enorme successo: durante il lockdown, tra marzo e settembre 2020, si sono contate 4,5 milioni di visite mediche a distanza -il teleconsulto è una pratica rimborsabile dalla mutua pubblica francese dal 2018. Terminato il distanziamento la domanda ha avuto un calo ma le televisite si sono mantenute su numeri nettamente superiori al pre-pandemia, quasi sei volte maggiori.
Se in altri paesi europei l’emergenza sanitaria ha dato il la a una pratica già precedentemente avviata, in Italia abbiamo iniziato a esplorare il regno della telemedicina soltanto in piena pandemia, con la consuetudine diffusa da parte dei medici ad utilizzare le piattaforme Whatsapp o Skype per visitare i pazienti.
Doctolib e gli altri software per il teleconsulto utilizzano piattaforme più consone e articolate, pensate ad hoc per fornire un ventaglio di servizi correlati: oltre a mettere in contatto medico e paziente, consentono di condividere le agende, archiviare dati e ricette (nel rispetto della privacy), effettuare prescrizioni a distanza e inviarle e altro ancora.
Dal momento che il PNRR (Recovery fund) ha posto in cima ai suoi piani domiciliarità dell’assistenza, telemedicina, teleconsulto e «casa come primo luogo di cura», il nostro Paese è diventato un mercato interessante per chi ha già sviluppato altrove strumenti di “telesanità”.
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