Commercio digitale di farmaci: pubblicata la nuova indagine di Altroconsumo
Lo scorso ottobre è stata pubblicata la nuova indagine della rivista Altroconsumo che, dopo tre anni, è tornata a fotografare il commercio digitale di farmaci in Italia, registrando un notevole aumento del volume di affari (da 285 a 709 milioni di euro tra 2018 e fine 2020) oltre a un incremento del 59% (da 860 del 2019 a 1.370 del 2022) del numero di siti online di farmacie e parafarmacie che hanno ottenuto l’autorizzazione a vendere farmaci da banco senza ricetta medica.
La nuova edizione dell’indagine è stata effettuata su 27 siti di farmacie o parafarmacie autorizzati, selezionati in base all’ampiezza e varietà dell’assortimento, visibilità sui principali motori di ricerca e convenienza, e in seguito testati in termini di affidabilità ed efficienza.
La ricerca ha evidenziato che l’assistenza al cliente risulta carente in 23 casi su 27 (solo in 4 siti è fornita esplicitamente la possibilità di contattare un farmacista) e su nessuno dei siti presi in considerazione è scattato un avviso o un blocco nel caso di acquisito di prodotti con potenziali effetti collaterali connessi al principio attivo o interazioni pericolose con altri medicinali. Inoltre anche la collocazione del bollino Ue non risponde esattamente ai criteri ministeriali stabiliti, dato che in 16 casi su 27 è esposto in tutte le pagine del sito e non solo su quelle che commercializzano farmaci, come strettamente richiesto.
I prezzi al pubblico, generalmente più bassi rispetto ai punti vendita, sono estremamente fluttuanti e le spese di spedizione spesso annullano la convenienza dell’online. La maggiore irregolarità riscontrata dall’indagine riguarda però il disallineamento tra il prezzo online e quello offline applicato nel relativo punto vendita: in concreto è stato possibile confrontare i prezzi solo in 12 casi (e solo 7 siti rispettavano le indicazioni), mentre nei restanti 15 non si è riusciti a reperire i contatti del punto vendita associato né a confrontarsi con un operatore.
Da prestare attenzione anche alla procedura per ottenere le detrazioni previste dal SSN, per cui è necessario inserire preventivamente il proprio Codice fiscale; inoltre è utile sapere che il diritto di recesso, presente nella quasi totalità degli acquisti online, non è valido per farmaci e dispositivi medici. La ricerca sottolinea infine anche il fatto che si riescano ad acquistare farmaci in quantità incontrollate, non essendoci un tetto massimo di prodotti da poter inserire nel carrello.
«Sul web in genere si può risparmiare ma rimangono tante zone d’ombra. Sono quindi necessarie direttive più chiare e maggiori controlli per non rendere vana la normativa: per segnalare la persistenza di questi problemi, abbiamo inviato i risultati della nostra inchiesta a tutte le istituzioni coinvolte», conclude l’indagine.
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