Chiude Amazon Care e slittano i tempi per il completamento dell’acquisizione di One Medical: cambio di strategia per il colosso dell’online?

Lo scorso luglio la notizia dell’acquisizione di One Medical, società statunitense che gestisce servizi di assistenza sanitaria digitale, da parte di Amazon dava per certo l’interesse del gigante dell’online per la telemedicina. La transazione, accordata a 18 dollari per azione per una cifra totale di 3,9 milioni di dollari in contanti, sembrava gioco fatto se non fosse intervenuta la Federal Trade Commission guidata dalla presidente Lina Khan, nota per il suo pugno duro contro i big del web.

 

Al momento i ritardi sembrerebbero dovuti agli approfondimenti della FTC americana, impegnata a valutare la portata dell’operazione e la risultante posizione dominante sul mercato del colosso fondato dal Jeff Bezos, oltre al potenziale vantaggio nei confronti dei competitor ottenuto tramite la raccolta dei dati degli utenti. Alcuni gridano alla potenziale minaccia di fallimento dell’intera operazione, rimarcando un importante precedente risalente allo scorso anno: la rinuncia da parte di Nvidia di acquisire Arm a seguito dei risultati dell’indagine della FTC, che constatò la violazione delle norme sulla concorrenza.

 

L’attenzione del colosso dell’ecommerce per il settore sanitario non è una novità, e la società sta via via guadagnando terreno sul campo: Amazon è infatti già attiva nella vendita di farmaci online fin dal 2017; dal 2018, grazie all’acquisizione della farmacia online PillPack, offre medicinali sul web con consegne a domicilio, mentre dal novembre del 2020, tramite la divisone Amazon Pharmacy, fornisce anche farmaci online dietro prescrizione medica. I prossimi progetti prevedono l’apertura di una catena di farmacie fisiche, sempre negli Stati Uniti, e lo sviluppo, in collaborazione con il Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle, di vaccini personalizzati a prezzi democratici contro il cancro al seno e alla pelle.

 

Tramite l’acquisizione di One Medical, società con sede a San Francisco che conta 188 ambulatori e offre un’ampia gamma di servizi di telemedicina, Amazon si è posta l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare l’assistenza sanitaria attraverso i servizi di salute digitale e di assistenza virtuale.

 

«Pensiamo che l’assistenza sanitaria sia in cima alla lista delle esperienze che hanno bisogno di essere reinventate» afferma Neil Lindsay, responsabile di Amazon Health Services. «Prenotare un appuntamento, aspettare settimane o addirittura mesi per una disponibilità, prendersi una pausa dal lavoro, guidare fino a una clinica, trovare un parcheggio, aspettare in sala d’attesa, per poi essere visitati in pochi frettolosi minuti da un medico. Poi fare un altro viaggio in farmacia. Vediamo molte opportunità sia per migliorare la qualità dell’esperienza sia per restituire alle persone tempo prezioso».

 

Nonostante il comprovato interesse del colosso dell’ecommerce per il settore Health (che negli USA ha un valore di 4.000 miliardi di dollari), a fine agosto arriva la notizia della chiusura del servizio di telemedicina Amazon Care, con i conseguenti licenziamenti del personale. Neil Lindsay, in una dichiarazione al Financial Times spiega: «Non è stata una decisione presa alla leggera ed è arrivata dopo mesi di attenta valutazione».

 

Senza troppo esporsi, gli analisti affermano che la chiusura di Amazon Care non sia un segnale di un calo di interesse dell’azienda ecommerce per il settore, ma ci si chiede quale possa essere la strategia a monte, mentre si aspettano gli esiti dell’indagine della FTC.


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