Evolvere. Insieme.

Si è tenuto martedì 19 marzo l’evento “Evolvere. Insieme.” organizzato da Consorzio Dafne – la community B2B no-profit di riferimento per tutti gli attori della filiera Healthcare – e rivolto a tutte le aziende Consorziate, chiamate nello stesso giorno a partecipare all’Assemblea annuale. Un’occasione colta da tanti manager della TheHealthcareCommunity per ritrovarsi e potersi confrontare, nonché per raccogliere nuovi stimoli e spunti dagli illustri relatori che si sono susseguiti sul palco (i momenti salienti sono raccolti nella pagina dedicata sul sito del Consorzio).

Antonio Ghezzi, Associate Professor of Strategy, Entrepreneurship & Digital Transformation al Politecnico di Milano – che ha iniziato il proprio intervento con la “semplice” domanda “Perché cambiare?” Antonio Ghezzi, Associate Professor of Strategy, Entrepreneurship & Digital Transformation al Politecnico di Milano – aprendo il proprio intervento con la “semplice” domanda “Perché cambiare?” – ha sottolineato che è sempre più complesso cambiare, per almeno tre motivi: un contesto esterno sempre più volatile, incerto, complesso e ambiguo (#VUCA), la convergenza dei mercati, un’innovazione sempre più digitale e sempre più disruptive. Ai motivi esterni, si aggiunge la grande difficoltà a intraprendere azioni di cambiamento strategico e organizzativo: per le asimmetrie informative tra domanda e offerta di innovazione, per la sindrome del “non inventato qui”, per la rigidità e la richiesta di nuove competenze… più semplicemente, per la resistenza individuale “biologica” e culturale organizzativa al cambiamento. Nonostante tutto, però, è necessario cambiare: per prosperare e rendere così migliori noi stessi e il mondo o – nella versione più cinica – anche solo per sopravvivere. In fondo, si cambia per ispirazione oppure per disperazione. E quindi, alla domanda finale “come cambiare?” suggerisce di affrontare il cambiamento con un approccio strategico e sperimentale all’innovazione – dove i principali ingredienti sono la Digital Strategy, la Digital Transformation come risposta organizzativa, il metodo LeanStartup – e il concetto essenziale di Corporate Enterpreneurship.

 Un altro spunto interessante – e un nuovo punto di vista – è stato portato da Carlalberto Crippa, Responsabile Client & Broker Management di Generali Italia: il welfare aziendale come leva per una crescita sostenibile.

Il welfare tradizionalmente si poggia su due pilastri: la spesa pubblica e la spesa delle famiglie. Un valore complessivo annuo pari a circa 800 miliardi, che non è però sufficiente a supportare le famiglie italiane: nel 2023, oltre la metà ha deciso infatti di rinunciare a prestazioni sanitarie, di assistenza agli anziani e ai bambini in età prescolare. Il welfare aziendale diventa così un’opportunità, in primis per l’impresa. Una leva strategica che si traduce in risparmio fiscale (circa il 40%), maggiore produttività d’impresa (quasi due volte maggiore per le aziende con welfare evoluto rispetto ad aziende con livello iniziale di welfare) e maggiore employer branding con la conseguente capacità di attrarre e trattenere talenti.

 Un momento di riflessione collettivo – e indubbiamente attuale – è stato condotto da Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, insieme a Michele Savani, Corporate Business Development Director di Gi Group e Francesca Tironi, Partner Tax & Legal Services di PwC: ”Supply Chain tra rischi e sostenibilità sociale”.

Damiano Frosi ha aperto questo momento delineando i principali numeri che caratterizzano oggi la logistica in Italia: 112 miliardi di euro generati, pari a circa il 10% del PIL, 80.000 aziende presenti sul mercato (seppur in riduzione negli ultimi anni) che impiegano 1,4 milioni di lavoratori. Una crescita di fatturato originata dall’aumento dei volumi, ma anche da un’importante crescita dei principali fattori di costo sottostanti: la manodopera, ma anche carburante, energia elettrica, locazioni, denaro. In un settore molto labour intensive e che ha lavorato molto con il meccanismo del subappalto, si registrano segnali di un accorciamento della filiera: aumento dei dipendenti diretti e una crescita del valore del subappalto inferiore alla crescita del mercato.

La domanda di lavoro – e non soltanto nell’ambito della logistica – non trova però offerta corrispondente: nel suo intervento, Michele Savani ha evidenziato come il 49% delle posizioni rimangono oggi scoperte per mancanza di personale. Nonostante in Italia si registrino 3 milioni di neet (not in education, employment or training) pari al 28%, un’occupazione femminile al 52% e l’11,5% di dispersione scolastica. In prospettiva, la situazione non migliorerà: con una richiesta che arriverà a circa 200 mila lavoratori per le filiere logistiche e una produttività che negli ultimi 25 anni in Italia è cresciuta soltanto dello 0,5% (in Europa, invece, dell’1,3%).

Francesca Tironi ci ha aiutato a delineare il quadro complessivo, affermando in apertura che non ci sono recenti innovazioni sul piano normativo: l’Italia è sempre stata all’avanguardia nella tutela della forza lavoro. È cambiato però il contesto: dopo la pandemia, l’Italia è diventata la prima beneficiaria dei fondi dell’Unione Europea (oltre a essere il Paese che evade di più il Fisco) ed è stata chiamata a porre particolare attenzione alla sostenibilità sociale, alle condizioni di lavoro eque, alla lotta al lavoro sommerso, inseriti tra gli obiettivi del PNRR. Da qui la focalizzazione sul concetto di appalto non genuino, che si aggiunge al principio – indubbiamente già presente da tempo nel nostro Paese – della responsabilità solidale.

 L’evento è stato anche l’occasione per fare il punto sul percorso del Consorzio negli anni più recenti e riconfermare, insieme, la volontà di contribuire a determinare il futuro del Sistema Salute, con il nuovo pay-off “co-create the future”. Un cammino impegnativo e sfidante, quello che si prospetta, da affrontare con fiducia e determinazione con la consapevolezza di essere Community sempre più coesa, che può disporre di una “cassetta degli attrezzi” sempre più ricca di strumenti efficaci: una responsabilità concreta vissuta in chiave propositiva, che si traduce anche in una governance sempre più incisiva.

 A conclusione della mattinata, sono stati proclamati i due giovani studenti vincitori della terza edizione del Premio di Laurea “Un ecosistema healthcare sempre più interconnesso, digitale e sostenibile” del Consorzio Dafne: Leonardo De Rita, laureato al Politecnico di Torino, e Cecilia Interdonato, laureata all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Con la tesi “La Sostenibilità della Logistica di ultimo miglio: il focus sulle consegne in farmacia” Cecilia Interdonato ha portato alla nostra #TheHealthcareCommunity spunti interessanti e attualissimi sull’opportunità di introdurre nuovi modelli collaborativi – e più sostenibili, appunto – per una gestione efficace della distribuzione dei prodotti healthcare nelle farmacie.

Leonardo De Rita, con la tesi “La terziarizzazione della logistica in Sanità. Il caso MUSA: progetto di un magazzino unico per le Aziende Sanitarie del Piemonte orientale”, ha confermato l’importanza della funzione logistica come strumento fondamentale e sempre più strategico, anche in ambito ospedaliero – per riuscire a combinare il contenimento dei costi con un miglioramento del livello di servizio.


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